Ci troviamo davanti ad un imponente Tempio dedicato a “Santa Maria Maddalena”, una delle poche Chiese dedicate a questa Santa nel Mondo e che sorge nella parte alta del paese, in vicinanza dell’antico Castello dei Ventimiglia, oggi distrutto e di cui si intravedono solo le basi, a destra salendo.
L’attuale facciata è rivolta ad occidente con al centro in alto una croce e le statue di San Simone e San Vito alle due estremità.
Le notizie storiche della costruzione di questo Tempio sono conservate nell’archivio parrocchiale.
L’epoca precisa della fondazione è sconosciuta, ma si può dire che la prima chiesa iniziò con la costruzione del primo castello attorno all’anno 1200 e nel 1230 esisteva di sicuro in quanto, come risulta da un’iscrizione scolpita in una lapide di marmo, posta oggi all’interno del Museo civico “Mons. Filippo Meli”, proveniente dalla Chiesa della Raccomandata, allora fuori le mura, ogni anno veniva portato da Essa alla Chiesa Madre l’olio santo.
Sappiamo per certo che la prima Chiesa aveva un altare orientato verso tramontana – oggi Cappella di Santa Rosalia, che fu distrutta e che sulla stessa venne costruita l’attuale Chiesa.
Ciò avveniva agli inizi nel 1500 come risulta da diverse iscrizioni.
La più antica si osserva nella parte esterna del campanile che ricorda che fu costruito nell’anno 1519, la seconda si osserva nella Cappella di San Simone e Giuda – anno domini 1500, la terza infine nella campana grande 1550.
Finita la Chiesa, la Maramma ed il Clero di Ciminna, pensò di adornare il Tempio con opere pregevoli, delle quali se ne conserva la documentazione nel libro delle memorie della Chiesa.
Prima di iniziare la visita interna, debbo dirvi che questa Chiesa è onorata da una Comùnia di Preti, che per la costituzione merita un accenno particolare ed il cui più antico documento risale al 1520.
La Comùnia, costituita per esaltare la dignità del Canonicato dei Preti anziani di Ciminna che si erano distinti nella dottrina e nei costumi era una vera comparrocchia, i cui membri dovevano essere dei veri Sacerdoti e di cui l’Arciprete ne era capo.
Nel 1834 la Comùnia, ottenne con decreto reale del 24 settembre e con decreto arcivescovile del 4 dicembre le insegne collegiali mediante le quali 36 preti potevano portare la mozzetta ed ai rimanenti rocchetto ed almuzio.
La Comùnia, durante la sua vita ha avuto in seno moltissimi uomini insigni che hanno fatto onore a Ciminna e ben 35 membri di essi furono Dottori in Sacra Teologia e Medicina.
Il primo Arciprete della Chiesa Madre fu Don Guglielmo Malizia nel 1236 e da allora se ne sono succeduti centinaia. Di parecchi di essi – i più recenti, si conoscono le effigi riprodotte nei quadri Olio su tela – collocati nella Sagrestia.
Infine, nella Matrice hanno esercitato la pratica religiosa le seguenti Confraternite:
- La Confraternita del SS: Sacramento;
- La Confraternita di santa Maria Addolorata;
- La Confraternita del Clero sotto il titolo di Santa Maria del Fervore, composta di soli Preti;
- La Congregazione del Sacro Cuore di Gesù.
Adesso, iniziamo il percorso mostrandovi le opere d’arte che si trovano dentro questo Tempio.
Come potete osservare la Chiesa ha tre navate a croce latina.
- Nella parte destra entrando è collocato il Fonte battesimale in marmo del XVII° sec.;
- Accanto e di lato sul muro d’entrata è collocato un quadro olio su tela raffigurante “Nome di Gesù” del 17° Sec. Del Pittore Pietro Novelli;
- Proseguendo un quadro – olio su tela raffigurante “San Benedetto in gloria” opera del pittore Filippo Randazzzo del XVIII° sec.;
- Sotto la Statua di Sant’Andrea del 1796 di Filippo Quattrocchi
- Successivamente un quadro – olio su tela raffigurante la “Dormitio Virginis” opera di Vincenzo La Barbera del 1608/1609;
- Sotto la Statua di Santa Maria Maddalena – Patrona della Chiesa Madre.
- Salendo verso l’altare troviamo la Cappella dedicata a “Sant’Andrea”, statua in legno policromo realizzato dallo scultore della città di Ganci Filippo Quattrocchi del 1796;
- All’interno si osservano: una tela raffigurante “Lo Spasimo” – olio su tela del XVI° sec. realizzato dal pittore Olandese Simone Wobreck. La tela è una copia del più famoso quadro “Spasimo di Sicilia” del Raffaello che si trova in Spagna; Un quadro – olio su tela di “Santa Maria Maddalena” di pittore ignoto del XVII° sec.; Due tombe ai lati in pietra e marmo dei Nobili Baroni di Ciminna;
- Proseguendo la visita troviamo un’altra Cappella dedicata al SS: Crocifisso ex Cappella dei Santi Simone e Giuda Taddeo – anno di costruzione 1531
- In essa troviamo: un Crocifisso in legno del XVII° sec: – opera d’ignoto; un quadro raffigurante gli Apostoli Simone e Taddeo – opera realizzata dal pittore ciminnese Melchiorre di Bella del XVIII° sec., un quadro raffigurante “Santa Rosalia” opera del pittore palermitano Geronimo De Gerardi del 1625/1626; una statua raffigurante ”San Michele Arcangelo” opera in legno di scultore ignoro del XVI° sec:; un’altra statua in legno raffigurante “San Rocco” opera dello scultore Bagnasco del XIX° sec. Ed infine una statua rappresentante la “Madonna dell’Itria” opera in legno dipinta e indorata, realizzata dallo scultore Giuseppe D’Angelo di Monte Erice oltre a diversi reliquiari.
- Guardando in fondo, si osserva la Cappella del “SS. Sacramento” altare in argento sbalzato e cesellato, realizzato nel 1794 dagli argentieri di Palermo; una tela in matita e pastello raffigurante “L’ultima cena” realizzata dal pittore ciminnese Melchiorre Di bella del XVIII° sec.; un altro quadro raffigurante il “Martirio dei diecimila martiri” di pittore ignoto del XVII° sec.
- Gli stucchi sono stati realizzati dalla famiglia Li Vorsi da Tusa nel 1635.
- Accanto si entra nella Sagrestia nuova, dove possiamo osservare un trittico in marmo del XVI° sec. Di scuola Gaginiana; una grande serie di quadri – olio su tela di molti Arcipreti di Ciminna; Una Portantina del XVIII° sec. dei bellissimi paramenti sacri che vanno dal XVII° al XX° sec. un quadro – olio su tela – raffigurante l’adorazione del SS. Nome di Gesù, opera attribuita al famoso pittore Pietro Novello, ed infine la “sedia Papale” utilizzata dal Papa quando viene in visita in Sicilia.
- Ritornando per passare nella navata sinistra, ci troviamo davanti a due sublimi opere d’arte:
Il Coro e l’Altare Maggiore, Il coro in legno intagliato opera del celebre intagliatore Giuseppe Dattolino realizzato nel 1619 mentre l’Altare Maggiore è la massima e più importante opera realizzata dai fratelli Li Vorsi da Tusa, essa è divisa in sezioni: una parte inferiore rappresentata dalla Chiesa praticante in terra, con le statue dedicate agli apostoli e con al centro la Maddalena, la “Apostola Apostolorun” – Titolare della Chiesa che per prima, annunciò agli apostoli la resurrezione di Gesù. La Parte superiore rappresentata dalla Chiesa Trionfante in cielo, con le statue degli Evangelisti e sopra di essi al Centro l’Effigge a rilievo del Padre Eterno (Dio) che sovrasta con il piede la sfera celeste a simboleggiare il dominio dell’universo, con accanto una schiera di angeli e serafini che cantano e suonano con strumenti dell’epoca. La parte superiore del catino, si chiude con le statue di San Pietro e Paolo quali punti di congiunzione tra la terra ed il cielo. Nella parte Ancora Superiore la figura della progenitrice Eva e più a destra Adamo.

- Passando nella navata sinistra, possiamo osservare la Cappella dedicata alla “Madonna Liberi infermi” ex Cappella dei Santi Cosmi e Damiano, al centro una Madonna col bambino in marmo realizzato dallo scultore palermitano Vincenzo Guercio del 1618. Gli stucchi sono stati realizzati da Giacomo Brugnone nel 1612, mentre il quadro raffigurante “San Gregorio” è stato realizzato dal pittore ciminnese Francesco Gigante nel XVII° sec.
- Accanto potete osservare un quadro – olio su tela raffigurante “L’Immacolata Concezione” Opera d’ignoto del XVIII° sec.
- Accanto ancora, si trova la Cappella dedicata a “Santa Rosalia” in essa si trovano: un bellissimo Polittico – olio su tavola, attribuito al pittore Nicolò Da Pettineo della metà del XV° secolo, proveniente dalla Chiesa di San Pietro, detta “Del Purgatorio”; una statua in legno dipinto e indorato raffigurante “San Pietro” opera d’ignoto del XVII° sec.; un quadro – olio su tela Raffigurante “Gli agonizzanti” opera d’ignoto del XVI° sec., nonché un busto in stucco del Principe di Ciminna Guglielmo Graffeo del XVIII° sec.
- In alto, potete osservare un pregevolissimo organo a canne, perfettamente funzionante, opera del celebre maestro Raffaele La Valle di Palermo. Il palco e la parte superiore – in legno indorato è stato realizzato dal maestro Francesco Barberi nel 1604, mentre la cimosa (parte superiore) in legno dipinto ed indorato è stata realizzata dal pittore Francesco Lauria da Palermo nel 1607, infine poiché la Cappella fu costruita ad uso di tomba di famiglia dei nobili Ventimiglia, sotto il pavimento si trovano i sarcofaghi di detta famiglia.
- accanto all’organo si osserva un quadro – olio su tela, raffigurante la “Madonna del fervore” ex Cappella di “Maria Addolorata” opera di pittore ignoto del XIX° sec.;
- Accanto un altro quadro – olio su tela raffigurante “Santa Agnese” opera di pittore ignoto del XVIII° sec.;
- successivamente un altro quadro – olio su tela raffigurante la “Donazione delle chiavi di Gesù a San Pietro” opera del pittore Termitano Vincenzo La Barbera del 1629 con cornice in legno opera dello scultore Ciminnese Francesco Barberi del 1629;
- Infine, accanto al portone potete osservare il “Cilio di Sant’Antonio Abate” opera in legno Dipinto ed indorato, opera di scultore Ciminnese del XVII° sec.
A cura di Giuseppe Guttilla
Foto di copertina di Giovanni Pollaci
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